Sei una persona sensibile?
Bisogna apprezzare questa scena dall'inizio alla fine, senza distogliere lo sguardo. Se ci riuscirai, e all'improvviso ti si drizzeranno i peli sugli avambracci, entrerai in una comunità molto chiusa di persone ipersensibili, emulata dalle lacrime di un'Emilie Dequenne lunare e mozzafiato.
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La vita è certamente imprevedibile, ma l’amarezza è inesorabilmente evidente. Consumiamolo con il broncio di queste giornate piovose, che sanno di liquirizia che odiavamo da piccoli.
Rassegnato, avrai, come me, un nodo alla gola alla vista di questa pericolosa interpretazione di I Will Survive, dove l'amore impossibile, la lotta di classe, la teoria della scala, la leadership naturale sono affiancati, l'intelletto superficiale, la fascino delle bellezze che nascondono l'intelligenza manifesta e le amicizie ingenue.
Odierai il tuo bisogno di abbracciare questa madre single, spesso ammirevole. E ti ritroverai a perdonare questo camino a volte detestabile.
Ricordati che frenando le scorrerie inopportune e il susseguirsi bulimico di anticipazioni modaiole, e apprezzando ciò che anche certi fallimenti possono insegnarti – e questo non è uno di quelli – diventerai poi un razionalista ipersensibile.
Razionale perché hai versato nella grondaia la poca acqua di rose che ti era rimasta. Ipersensibile perché hai conservato la bottiglia e il suo profumo di gentilezza.
“Non deridere, non deplorare, non imprecare, ma comprendi. » disse Spinoza. O più recentemente: “Non odiare i giocatori, odia il gioco”.
Per chi volesse approfondire, consiglio – anzi, ve lo dico – di guardare il film “Not His Kind”, oppure di leggere il libro omonimo…